BENVENUTI NEL MIO BLOG!! Qui ho raccolto alcune mie opinioni e impressioni su libri che ho letto e che sto leggendo. Buona lettura.

VITA AVVENTUROSA DI CHARLIE SUMMERS

Titolo: Vita avventurosa di Charlie Summers  - The Hopeless Life of Charlie Summers
Autore:  Paul Torday  (UK)
Anno: 2010
Ediz. Elliot
Comprato alla FNAC di Firenze a € 16,90

La mia opinione:
Eck è il protagonista-narratore di questa storia. E' un ex soldato che ha combattuto in Afghanistan e dopo una brutta vicenda accaduta in guerra, si ritira a Londra e inizia a lavorare per Bilbo, un suo ex-commilitone che ha messo su un'agenzia di investimenti. Il lavoro di Eck è molto semplice: portare a cena, far divertire e viziare i possibili clienti della società finanziaria in modo che loro investano il più possibile. La vita per Eck sembra molto facile, cene in ristoranti eleganti, auto, vestiti su misura e un lavoro che sembra adatto a lui anche se in realtà non ci capisce niente di economia e finanza e tranquillizza i suoi clienti con frasi inculcate da Bilbo e i suoi collaboratori. Durante un viaggio nel sud della Francia con il suo amico Henry, i due conoscono Charlie Summers, un bizzarro individuo completamente diverso da loro. Vestito male, con poco contegno e, soprattutto, un illuso; tempo dopo i due ritrovano Charlie in Inghilterra, praticamente come vicino di casa, dato che ha deciso di lanciarsi in una delle sue memorabili imprese: stavolta ha deciso di mettere su un'azienda specializzata in cibo giapponese per cani. Da quel momento in poi i tre si incontrano (e si scontrano, dato il carattere un tantino invadente di Charlie) durante tutto il romanzo; quando la società per cui lavora Eck inizia a perdere colpi infatti saranno ben poche le differenze tra i tre personaggi, dei quali conosceremo lati che l'apparenza e il denaro avevano celato.
Strano libro questo qui. E' molto scorrevole e piacevole ma, letta l'ultima pagina, mi ha lasciato un senso di vuoto e di tristezza. Capisco infatti il titolo originale, in cui la vita di Charlie è "hopeless" e non "avventurosa" come nella traduzione italiana. A dirla tutta, se c'era un messaggio che Torday voleva dare, temo di non averlo colto: forse, proprio come nella realtà, i "cattivi" hanno la meglio sui "buoni" e sugli illusi... non so. Ho trovato il finale per niente in armonia con il resto del libro. Il personaggio-chiave, Charlie Summers, non è abbastanza approfondito, e il fatto che a parlare di lui siano sempre Eck e Henry con i loro pregiudizi, non aiuta ad apprezzarlo e a comprenderlo fino in fondo.
Insomma, se devo essere sincera da un lato ho apprezzato lo stile dello scrittore e anche il tema coraggioso: l'avidità dell'uomo (qualsiasi uomo, indipendentemente dalla classe sociale, da Charlie a Bilbo), la vita di illusioni e vane speranze, la ricerca della ricchezza e dello sfarzo come unico fine quando invece la vera gioia dovrebbe risiedere nella semplicità e nell'amore della famiglia... dall'altro lato mi ha un po' delusa la mancanza di un contatto diretto con Charlie, per non parlare della sua fine.
Non credo che sia un libro che consiglierei, lascia qualcosa in sospeso, un profondo senso di ingiustizia che, per quanto vicinissimo alla realtà, è in disaccordo con il tono del resto del libro.

Frase memorabile:
"C'era forse un che di ammaliatore nella capacità di Charlie di tessere un mondo di fantasia attorno a sé?"

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