BENVENUTI NEL MIO BLOG!! Qui ho raccolto alcune mie opinioni e impressioni su libri che ho letto e che sto leggendo. Buona lettura.

TRILOGIA DELL CITTA' DI K.

Titolo: Trilogia della città di K.  -  Le grand cahier, La preuve, La Troisième mensogne
Autore:  Agota Kristof  (Ungheria - Svizzera)
Anno: 1986
Ediz. Einaudi
Comprato a Fnac (FI) 12,50

La mia opinione:
Non prendete questo mio commento come una recensione... non sono all'altezza di recensire un libro di tale portata. Penso solo che dovrebbero farlo leggere nelle scuole, è magistrale, perfetto, indimenticabile. La trilogia è composta ovviamente da tre libri: Il Grande Quaderno, La Prova, La Terza Menzogna. La vicenda narrata è ambientata durante la Guerra in Ungheria, anche se veri e propri riferimenti geografici e storici sono del tutto assenti, le città vengono chiamate solo con la lettera iniziale e si parla di soldati, invasori e resistenza ma senza mai spiegare concretamente la situazione politica. Nel primo libro vediamo che i protagonisti sono due gemelli dei quali non viene detto il nome fino al secondo libro: seguiamo la loro vita fin dalla prima infanzia quando la Madre li lascia a casa di Nonna perché non può garantire che con lei sopravvivano nella grande città. Nonna è una donna cattiva, sospettata di aver avvelenato il marito e per niente desiderosa di avere con sé i due bambini: li chiama "figli di cagna", non dà loro la possibilità di mangiare adeguatamente o di lavarsi, li fa solo lavorare e non li manda a scuola. Tra i due gemelli c'è un legame fortissimo, quasi magico; intorno a loro si muovono personaggi minori attraverso i quali seguiamo anche la storia della città di K. Ciò che leggiamo sono vere e proprie narrazioni della vita quotidiana scritte dai gemelli stessi in un grande quaderno (Grand Cahier). Il secondo libro, La Prova, inizia quando i due gemelli decidono di mettersi, appunto, alla prova separandosi: uno rimarrà nella casa di Nonna mentre l'altro passerà la frontiera sorvegliata dai soldati. Qui scopriamo che i gemelli si chiamano Lucas e Claus, e noi seguiamo principalmente la storia di Lucas fino all'ottavo capitolo, dove la narrazione passa al fratello Claus. Il terzo libro è... beh, è difficile da spiegare... citando ciò che è scritto in copertina, scopriamo davvero che tutto può essere il contrario di tutto: la storia ci viene di nuovo narrata dall'inizio ma in un modo diverso e con particolari che arricchiscono la fitta trama.
Sapevo che la Trilogia della città di K. era molto particolare, ma non credevo così tanto, ho iniziato a leggerlo senza sapere nemmeno di cosa parlasse... il primo libro, quando i due gemelli sono ancora dei bambini, per me è stato straziante. Mi ha colpita l'uso della prima persona plurale e dell'indicativo presente: i gemelli sono come un'unica entità, un'unica anima inseparabile e i fatti narrati sono continue scene indimenticabili, tanto che non sono riuscita a leggere più di 3 o 4 capitoli per volta visto che dovevo prima "digerirle". La prosa è diretta, secca, essenziale: non ci sono descrizioni di sentimenti e stati d'animo; il motivo di questa scelta stilistica è rivelato nel capitolo intitolato "I nostri studi". Il secondo Libro ha uno stile leggermente più comune, ma sebbene anche qui siano assenti le descrizioni di sensazioni e stati d'animo, trovo che La Prova sia una fucina di strazianti e meravigliosi sentimenti dettati da dialoghi semplici e diretti, da descrizioni realistiche che non lasciano spazio a immaginazione o interpretazione. Il terzo Libro a mio avviso va letto con grande concentrazione: la storia che abbiamo letto nel primo e nel secondo Libro viene completamente stravolta ma anche spiegata. Noi lettori siamo forse (sottolineo forse) gli unici che possono farsi un'idea di cosa sia successo oggettivamente ai due gemelli dal momento in cui si sono separati, mentre, a loro che sono i protagonisti, la verità oggettiva viene negata dalle continue menzogne e da quel veloce e freddo incontro nella casa di infanzia quando ormai hanno circa 50 anni.
Ci sono dei personaggi che difficilmente dimenticherò: Nonna è sicuramente uno di questi, così come il piccolo Mathias (straziante, ho pianto quando Lucas dice di voler andare alla sua tomba di notte perché il bambino è piccolo, e ha paura del buio). Ho apprezzato anche il riferimento ai tramonti della città di K: in ogni Libro viene detto che i tramonti qui sono i più belli ai quali si possa assistere; è un'immagine malinconica, probabilmente una nota autobiografica della scrittrice.
Per finire, direi che è la solitudine la regina di questa Trilogia: ovunque e in chiunque serpeggia questo malessere, non troviamo una persona sinceramente felice, la storia ti prende nelle sue spire, ti stringe e ti rilascia come in balìa di una forza superiore, ti fa perdere il contatto con la realtà e ti trascina in un vortice di sensazioni inaspettate e non comuni per un libro.
Dovete leggerlo. Adesso!

Frase memorabile:
"Mi metto a letto e prima di addormentarmi parlo mentalmente a Lucas, come faccio da molti anni. Quello che gli dico è più o meno la stessa cosa di sempre. Gli dico che se è morto, beato lui, e che vorrei essere al suo posto. Gli dico che gli è toccata la parte migliore e che sono io a dover reggere il fardello più pesante. Gli dico che la vita è di un'inutilità totale, è nonsenso, aberrazione, sofferenza infinita, invenzione di un Non-Dio di una malvagità che supera l'immaginazione".



In genere non lo faccio per nessun autore, ma dato che Agota Kristof è scomparsa pochi mesi fa e il suo libro mi ha colpita come uno schiaffo, ho voluto aggiungere questo articolo al mio post:

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